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L' Impero alla fine della decadenza

"Qualcuno ha sfoderato le mie paure ora posso vederle in controluce"

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Dopo 1 mese di peripezie, incomprensioni e sfide teologiche con le compagnie telefoniche sono finalmente tornato in possesso del mio mezzo comunicativo preferito: ho di nuovo una connessione, ho di nuovo possesso della mia corrispondenza elettronica (il funerale della carta), del mio diario invadente. Ristabilito il flusso mediatico, la prima cosa che ho fatto è stata far partire thunderbird. Con gli stessi occhi di un bambino che scarta impaziente il più ambito dei regali natalizi vedevo crescere il numero delle mail in "posta in arrivo".

Risultato: 1000 messaggi da leggere, 995 spam, 5 utili. Decisamente poco, oltretutto, per sbaglio ho anche cancellato un messaggio di Simona (non me lo perdonerà mai!). Sono rimasto deluso, aspettavo una mail che non è mai arrivata e, a questo punto, mai arriverà. Sono caduto vittima dell'illusione di avere un'ascendenza perfetta sulle circostanze e le contingenze che una volta controllavo. Ecco l'errore fatale, credersi padrone del mèta-tempo oltre il tempo, non fare i conti con l'ineluttabile presenza di destini contigui e perfettamente emancipati. Ma non sono vittima, non nel senso tradizionale del termine, più semplicemente si potrebbe dire che ho perso lo status di spettatore attivo, che mi sono ridotto all'osservazione forzatamente distaccata di eventi noti, in quanto profondamente ancorati al mio passato, ed ermeneutici, in quanto portatori di un'informazione interpretativa. Alla lunga, forse, sarà meglio così.

E' quasi finito Giugno, il nuovo lavoro si rivela sempre più stimolante (oltre che più pesante) e ho avuto la buona notizia che ad Agosto potrò godere di 2 settimane di ferie. Ho fatto i calcoli da vero impiegato vacanziere incallito: partenza venerdi 4 Agosto, tardo pomeriggio; rientro domenica 20 Agosto, tarda serata. Non è moltissimo ma va oltre ogni mia più rosea previsione, d'altra parte le vacanze si nutrono soprattutto del fattore aspettativa. Non è la vacanza in se a stimolare i recettori del piacere quanto, piuttosto, l'attesa per tutte le cose che potrebbero (maledetto condizionale) verificarsi: è il pensiero, spesso illusorio, che queste cose possano concretamente accadere che rende gradevolissimo il tempo che manca. Un pò come quando si aspetta di fare una visita medica, è l'idea che il medico possa dichiarare il nostro perfetto stato di salute che rende quell'attesa, in un certo qual modo, gradevole, oltre che sopportabile, si intende. Non entro nel merito perchè è ancora troppo presto, il contenitore non è il contenuto, forse vale anche viceversa. Forse.

"Dove va quell'angolo di cielo che hai promesso di destinarti senza me. Come va ora che non credi più in quei sogni che raccontavi a me".