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L' Impero alla fine della decadenza

E' meglio una delusione vera che una gioia finta

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Questa puntata aveva la pretesa di essere una delle più importanti del diario, c'ho provato a scriverla per giorni, dando fondo alle copiose riserve di pensieri che affollano, mai come in questi tempi, la mia testa e cercando di adoperare le più appropriate e ricercate forme espressive. Avrei voluto essere chiaro e intellegibile. Ho scritto quasi tutti i giorni e quasi tutti i giorni ho cancellato ciò che ero riuscito a produrre. Il risultato è questa puntata senza pretese. E forse è meglio così.

Tre ininterrotti giorni di pioggia mi hanno definitivamente convinto dell'arrivo dell'inverno. E' dalla fine di Agosto che ci penso ma il clima mi aveva aiutato soltanto in parte. Essere sprofondati nel caos degli spostamenti sotto l'acqua, nei cieli grigi domenicali e negli abiti più pesanti ha avuto un effetto rilevante non solo sulle mie idee stagionali ma sull'intera collettività. La pioggia impone di pensare all'imminente inverno in maniera coattiva, nessuno, oramai, può dirsi libero dal turbamento dell'idea che presto arriverà Novembre (il mese più caratterizzante dell'anno).

Uno degli errori più gravi è quello di lasciarsi trasportare degli eventi e delle emozioni, dimenticando, in maniera imperfetta, che ogni nostro momento andrebbe vissuto alla stregua dei risultati potenzialmente ottenibili e valutato, alla fine di ogni "vissuto", in base ai risultati effettivamente ottenuti. Troppo spesso, purtroppo, capita di perdersi nell'iperuranio delle possibilità costanti, dove nulla si basa su prospettive di certezze ma tutto è guidato da un generico senso di caos emotivo. Esempio recente è quello che è capitato a Massimo: si è trovato a gestire una situazione sentimentale confusa, basata su presunte potenzialità inespresse, ed è rimasto impigliato nelle rete delle aspettative mancate. L'errore è stato quello di lasciarsi trasportare nel delicatissimo e incantato territorio delle cromie e delle tonalità, dove il bianco e il nero, sinonimi evidenti di scelte univoche e, in quanto tali, ogni volta perfette, lasciano spazio a infinite e indecifrabili gradazioni di colore, dove ogni cosa è il suo esatto contrario senza generare contraddizione, dove non si fanno mai scelte se non le più grottesche e imperfette possibili. Ci sei cascato Massì, ma sappi che ti faccio - mio malgrado - compagnia. Mal comune, mezzo gaudio.

Ieri parlavo con Valeria e Paolo di quello che si può considerare il miglior periodo per fare progetti per il futuro. Sarà perchè coincide con l'inizio delle scuole (il calendario biologico-studentesco), sarà perchè l' estate è agli antipodi, siamo stati concordi nell'individuare in Settembre il mese migliore per questo tipo di attività. Allora ho deciso: quest'anno voglio mettermi di fronte a nuove sfide.

"Ho perso la voglia di andare incontro al tuo silenzio, di mettermi in un angolo di fianco, a sentire che hai bisogno di star meglio, a subire il tuo bisogno di star meglio. Io credo che qualcosa si sia rotto, non c'entrano questioni d'orgoglio. Ho perso la voglia di stare con te, la voglia di essere uno dei tuoi errori".