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L' Impero alla fine della decadenza

Il crepuscolo degli Dei

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Se fosse un romanzo di Hemingway e questa fosse Cuba sarebbe una serata fantastica. Invece è Catania e, anche se sono su una splendida terrazza sul mare, c'è una brezza favolosa e io bevo il secondo gin tonic (non ho mai bevuto gin tonic, ma tanto valeva provare), sono la vittima sacrificale del mio malessere interno perfetto, piuttosto che il gaio protagonista di un romanzo.

Stasera c'è un cameriere nuovo in hotel, se ci fossero stati Kema o Santo non mi avrebbero mai permesso di non mangiare ma il destino crudele, evidentemente, c'ha messo tanto di suo e ha deciso di darmi il colpo finale. Non si tradisce il trend di questa settimana di cene-non cene: un toast e 2 gin tonic. Mal di testa e un'inevitabile voglia di vomitare.

Anche le cose che adoro mi tradiscono. Può un appassionato di foto subire violenza dalle foto stesse? Ebbene si: ho scoperto che guardare le foto può fare molto più male di interi millenni di delusioni.
I dolori peggiori sono quelli che ti strappano le emozioni da dentro, che ti costringono all'annullamento totale e ti legano visceralmente ai ricordi e ai rimpianti. Mi parte dallo stomaco questo senso di nausea emotiva, e vorrei per davvero vomitare ogni cosa, annullare ogni pensiero ultra-sensisibile e abbandonarmi completamente all'eterno silenzio della negazione perfetta del pensiero.

Eppure questa è l'ultima sera. Lo devo a me stesso e a tutti le persone che ho tormentato, in queste 2 settimane, con le mie lamentele sussurrate e il mio decadentismo osceno (sarà la "maturità" ma non credo di essere mai stato così drammaticamente pesante nella mia vita). Il segreto, ne parlavo qualche giorno fa con Daniela, non è fuggire da un luogo, fisico o figurato che sia, per trovare la pace. Il segreto è fuggire il "tutto" ma solo per quel tanto che basta per ritornare a se stessi, eliminare il contesto e rivivere la pura essenza della verità ultima, ricucire lo strappo tra le proprie legittime aspirazioni e il senso profondo delle intimità violate.

Io odio la gente che si diverte e ho un bisogno vitale di dolcezza. Domani interrompo questo maledetto digìuno isterico. Domani torno ad essere il virile (quanta violenza in questo aggettivo!) coerente insensibile testa di cazzo che sono. Domani. Stanotte mi godo questa ultra-violenza emozionale perfetta. Domani.

"Lo so, lo so che il mio amore è una patologia. Vorrei che mi uccidesse ora..."
Ci sono molti modi, Afterhours