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L' Impero alla fine della decadenza

Seconda puntata

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Non volevo far passare così tanto tempo tra la prima e la seconda puntata, ma è stato inevitabile, mi sono dovuto mestamente piegare alla logica degli impegni e dei contrattempi.
Dicembre è stato un mese molto intenso, mi sono accorto di non aver vissuto il periodo delle vacanze natalizie con la solita tranquillità che aveva caratterizzato gli anni passati, ho provato tante e diverse sensazioni e alla fine, di ognuna, ho conservato il sapore e l'intima essenza, senza badare troppo alla sostanza delle cose, quasi come se tutto mi fosse, nel lungo periodo, materialmente indifferente.


Gennaio, oramai irrimediabilmente consacrato al passaggio del tempo, mi ha dato maggiori soddisfazioni pratiche. Era da molti anni che non passavo intere giornate con mio padre e ho capito che purtroppo i figli si rendono conto troppo tardi che avrebbero potuto e dovuto passare più tempo con i propri padri, poiché il tempo invigorisce i primi ma condanna i secondi ad un lento e inesorabile invecchiamento, innalzando barriere e muri troppo alti per essere superati da entrambi senza ferite o lacerazioni.
Dal punto di vista lavorativo (torniamo a parlare di lavoro - va - che è meglio) sto percorrendo diverse strade. Da un lato sto preparando alcuni concorsi, sto studiando nuove materie e trovo estremamente interessante poter applicare quanto studiato all'università e quanto appreso quotidianamente ai casi pratici, alle amministrazioni locali e ai problemi della vita. Certo, il fatto che io sappia che alcuni posti di lavoro (da assegnare, per l'appunto, per concorso) siano stati già occupati dai soliti TRUFFATORI DISONESTI raccomandati, prima ancora di sostenere le prove, un pò mi rattrista, ma non è ancora arrivato il tempo di abbattersi definitivamente: finché avrò forza vi complicherò la vita, miei cari TRUFFATORI DISONESTI, lo farò io e tutti quelli che, con onestà, si presentano a sostenere colloqui e a fare concorsi. In fondo, siamo la prova tangibile che non è ancora tutto marcio.
Dall'altro lato, avvicinandosi minacciosa la mia chiamata alle armi, ho deciso, essendo laureato, di precorrere i tempi e di fare domanda per allievo ufficiale di complemento nella guardia di finanza. I posti non sono molti ma sono estremamente determinato: mi sto allenando intensamente (la mia ultima qualifica sportiva era "lanciatore di coriandoli"), sto studiando molto e, a riprova della mia sincera motivazione, aggiungo pure il fatto che ho smesso di fumare!
Più passa il tempo più la vita si fa difficile e complicata, ma non vorrei mai e poi mai tornare indietro. Quello che vorrei, senza smarrire il sentimento del tempo e dello spazio, è che mi fossero concesse tante e nuove possibilità, la possibilità di lottare, ad armi pari, per quello che non ho.
E tuttavia sono un fortunato, perché ho dei genitori che sono in grado di mantenere economicamente se stessi e me. Molti altri, nella mia stessa condizione lavorativa, o meglio non-lavorativa, sono costretti ad accettare impieghi sottopagati che nulla hanno a che fare con lo studio e la preparazione universitaria che hanno seguito. Vorrei spendere qualche parola per i famosi "MASTER POST-UNIVERSITARI", ma lo farò in un altra puntata, altrimenti rischio di innervosirmi troppo.
Chiudo con una domanda e lascio spazio alla mia e alla vostra (c'è qualcuno che legge quello che scrivo? mi auguro di si) intima capacità di rispondere: Qual' è la causa di questa disoccupazione? Cos'è in crisi, il nostro sistema economico-produttivo o il sistema pedagogico-formativo delle nostre università?