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L' Impero alla fine della decadenza

Settima puntata

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Ha ragione Andrea quando dice che, ultimamente, mi sono dedicato in maniera molto più assidua al diario (ed ha pure un pò ragione quando, tra le righe, mi accusa del fatto che io lo stia trasformando in un blog), la verità è che non riesco a stare con le mani in mano, la verità, quella nuda cruda e bastarda, è che la maledetta vita da disoccupato offre molto tempo libero. Ecco, dunque, la settima puntata.


Oggi è 17 Marzo, mancano pochi giorni all'inizio della primavera, almeno per quanto riferisce il calendario. Quella metereologica sembra già essere arrivata, ma è solo una piacevole impressione. Ho notato, nella mia attività atletica mattutina, che il parco si sta riempiendo di gente che corre. Si tratta prevalentemente di uomini e donne di mezz'età, probabilmente stimolati dal tepore, dal sole caldo e dai vestiti primaverili appena tolti dall'armadio che non entrano più. In ogni caso, quale che sia la durata di questa finta primavera, l'inverno sta per concludersi. E' un evento, questo, che saluto con particolare gioia perché sono dell'idea che il cambiamento nel clima sarà foriero di cambiamenti nella vita. Nuovi stimoli. In altre parole, nuova vita.
L'auspicato rinnovamento mi ha spinto ad apportare dei cambiamenti alla "Mephisto Web Page". E' stato un modo molto fruttuoso di impiegare parte del mio tempo, per diversi motivi. Prima di tutto perché la precedente versione del sito risaliva a troppo tempo fa ed andava svecchiata; poi perché di tutto questo tempo libero non so, molto onestamente, che farci; e, ultima e più importante ragione, perché volevo sperimentare delle nuove soluzioni grafiche. Il risultato mi ha veramente molto soddisfatto, sono riuscito a capire moltissime cose che prima ignoravo e ho deciso che il prossimo passo sarà lo studio di linguaggi più complessi (asp e php, prima o poi sarete miei!).
Mentre perdevo la vista appresso a immagini, animazioni e script ho ritrovato, persa nei meandri delle cartelle del mio computer, una poesia scritta a giungo dell'anno scorso. Si chiama "declino"
Le tue amare parole hanno colpito nel segno.
quel dardo incendiato ha perforato la debole
e sottile membrana che delimita il confine
tra l'esterno e l'interno del cuore.
Anche l'affetto ha ceduto il passo,
ed una sfrontata indifferenza ora è padrona.
Quant' erano cadaveriche le braccia
che hanno cinto la mia vita
in quell' ultima sbiadita occasione,
agli albori di un' estate violenta.
Sono stanco di inseguire occasioni già sfumate in partenza,
non ho forza di leggere quel libro che chiamo memoria.
La vita che si affaccia non promette vendetta, semplicemente declina...
Mi piace sapere che delle parole e un abbraccio "cadaverico", "agli albori di un'estate violenta", abbiano prodotto delle emozioni così forti sul mio spirito. Questa poesia va inserita tra le cose del mio passato di cui vado maggiormente fiero. Alla fine capita a tutti di essere orgogliosi per cose fatte nel proprio passato.
Che poi, ad essere onesti, non mi separo nemmeno da quelle meno virtuose. A volte ritrovo vecchie cose scritte che mi fanno incazzare perché mi rammarico di averle prodotte e non ne condivido minimamente il contenuto. Mi viene sempre la voglia di strapparle ma non lo faccio mai, perché il passato, qualunque esso sia, non si merita di finire in un anonimo cestino.
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